domenica 6 gennaio 2013

Italians in Lisboa - Capodanno 2013


Senz’ombra di dubbio una delle più belle capitali che abbia mai visitato fino ad ora, Lisbona è una città tendenzialmente povera ma artisticamente ricchissima. Varie sono le influenze che storicamente hanno lasciato il segno del loro passaggio sull’architettura dei quartieri, molto differenti l’uno dall’altro, dettaglio che rende la città molto variegata e appagante. Si può notare parecchia immigrazione asiatica, mediorientale e nordafricana per via del vicino Marocco. Purtroppo l’inglese è bagaglio di nicchia e viene frequentemente incompreso, il che rende più difficile ottenere informazioni sulla città.. se parlate spagnolo e portoghese partite avantaggiati, altrimenti sperate nella buona sorte. Merita particolare attenzione il fatto che non circolano camion, il che lascia presagire che il settore secondario è pressochè nullo e l’economia della città sia sorretta quasi unicamente sul turismo.. motivo per cui i prezzi offerti dalle attività commerciali sono tutt’altro che abbordabili, salvo casi eccezionali, ma bisogna avere occhio e tempo (e un pizzico di fortuna) nel trovare il buon affare. Prestare attenzione a ristoranti, tavernette e ambulanti che vendono prodotti tipici locali.. sono tendenzialmente imbroglioni e cercano sempre di gonfiare il prezzo con la scusante della scarsa comprensione della lingua inglese. Farsi sempre consegnare un listino e osservare con attenzione i prezzi dei prodotti/alimenti. Non esitate a trattare..siete in una città che è storicamente un porto di mare, la trattativa è cosa comune tra i portoghesi per cui potreste anche strappare un buon prezzo.
La città è veramente vasta, spazia dai quartieri arroccati di Baixa e Mouraria fino ai grandi spazi verdi e areati di Belèm che affiacciano sull’oceano.. si passa dalla modernità avvenieristica di centri come Beirolas sino alla rusticità di zone antiche e ghetti come Chiado e Bairro Alto, o le vie “ghetto” di Graca e Alfana.













Giorno 1 – L’arrivo
Non c’è comodità maggiore che una rete metropolitana che collega l’aereoporto alla città, e questo fa immediatamente guadagnare un punto alla capitale; altro punto lo guadagna sia sulla puntualità dei treni che sul decoro delle stazioni, pulite e variopinte. Le carrozze non hanno un velo di sporco e i posti a sedere sono confortevoli, senza imbrattature, tagli, incisioni e altri segni di degrado. Guardare per credere!





La rete metropolitana italiana (almeno, quella milanese), in confronto, sembra un bunker dell’ultima guerra sopravvissuto ai bombardamenti.
Consigliatissima la LisboaCard: vi permette di usufruire gratuitamente di tutti i mezzi pubblici per un arco di tempo predefinito, scontistiche che variano dal 15% al 50% sui musei a pagamento (sì, buona parte dei musei sono GRATUITI!) e particolari scontistiche sulla merce venduta in circa 200 negozi sparsi per la città. 31,50 euro per la durata di 48 h. Per tutti i dettagli consultate: http://www.visitlisboa.com/LisboaCard_IT.aspx Un’alternativa è la TravelCard: come la LisboaCard ma riservata unicamente ai mezzi, e ricaricabile alle biglietterie automatiche con monete, banconote e carte prepagate/bancomat. I circuiti non vengono sempre letti, quindi tenetevi sempre la vostra scorta di moneta sonante per evitare di restare a piedi. La TC ha un costo leggermente inferiore della LB, ma tenete in considerazione che un biglietto quotidiano costa 5,50 Euro, le singole corse costano all’incirca come Milano (1,40 Euro) quindi già facendo una tessera avete un piccolo risparmio, se aggiungete la possibilità di avere una tessera che è un “lasciapassare” a qualsiasi servizio..capirete che il gioco vale la candela! 
Il  nostro pernottamento si trova nei pressi della stazione di Anjos. Doveva essere un hotel 3 stelle ma, per un disguido di natura ignota ad opera dell’albergo, alla richiesta della camera siamo stati immediatamente invitati ad un’altra camera.. in un altro albergo! Devo dire che abbiamo fatto l’affare.. essendo passati da un 3 ad un 5 stelle da 350 euro a notte (Hotel Tzar). Dal momento che l’eventuale conguaglio era a carico dell’albergo precedente.. sorriso a 32 denti nel constatare un alloggio di questo livello:



Tra barbonaggio diffuso e pornazzi sventolati ai 4 venti come fossero foulard, ci si avvia alla vicina piazza di Martin Moniz, il capolinea della storica 28. Essendo un mezzo di spostamento per la quotidiana routine dei cittadini, oltre che un intrattenimento caratteristico per i turisti, la coda per salire sul tram è chilometrica e le corse, purtroppo, sono molto sporadiche, ma il tour panoramico che offre l’intera corsa vale tutta la pazienza impiegata per attendere in coda.




Ci si avvia a Chiado, un’area commerciale di alto livello scopiazzata dalle grandi vie della moda delle capitali europee. Qui il caratteristico si disperde diluendosi con griffe internazionali di abbigliamento, il problema è che in mezzo a tutta questa bolgia di colori e lusso non si sa dove mangiare un piatto tipico a prezzi ragionevoli! Stremati dalla fame, optiamo per un pranzo “tipicamente lisbonese” (Uova fritte su fetta di hamburger, pallina di riso al burro, 2 foglie di lattuga e pomodori su un letto di patate fritte) ad una tendopoli di un indiano cortese quanto pretenzioso. E’ d’abitudine lasciare una mancia in queste zone. Consiglio? Non datela. Le attese sono lunghe e il servizio disorganizzato.
Se volete il nome della locanda: Irmas & Filhos-Act Hot Restaurant, in Rua de Santa Justa 86. E’ proprio nella via di fronte all’elevador. A tal proposito, se avete 2 ore da buttare potete mettervi in coda per l’Elevador De Santa Justa, curiosa struttura metallica neogotica risalente a fine ‘800, opera d’autore senz’altro influenzato da Gustave Eiffel (quando la vedrete, capirete perché!). L’ascensore centenario vi porterà fino alla Rua do Carmo, una “via” sospesa in aria che collega ad una terrazza su cui potrete gustarvi la veduta sul tracciato a scacchiera della Baixa. Altrimenti proseguite per il quadrilatero di Rua do Norte, Travessa da Queimada, Rua da Atalaia e do Loreto che straripano di negozi e concept stores di tendenza. Da provare assolutamente le caldarroste salate lisbonesi dagli ambulanti sparsi per la città: un’abbondante porzione per soli 2 euro! Sazi e soddisfatti.. In barba ai caldarrostai che ti dissanguano per 3 noci tostate nelle piazze d’italia.



Passeggiando tra vie di pasticcerie con le vetrine piene zeppe di prodotti tipici, e facendo lo slalom tra pusher che ti pedinano mostrandoti panette di fumo e cocaina imbarazzanti in piena luce del giorno come se i controlli non esistessero (in effetti, non ce ne sono) ci dirigiamo verso l’hard rock cafè di Lisbona, che affaccia su Praça Dom Pedro IV. Affascinante l’arredamento della sala principale con una cadillac di fine anni ’50 appesa al soffitto con l’abitacolo rivolto ai tavoli sottostanti.

Scendendo verso la Baixa non possiamo fare a meno di entrare nella Casa do Alentejo, un antico palazzo morasco accessibile liberamente a tutti che rivela una particolare mescolanza di stili:  patio arabeggiante, interamente piastrellato poiché dopo il grande terremoto di metà ‘700 quasi tutte le strutture restaurate son state rivestite interamente da piastrelle in ceramica decorate a mano per prevenirne la distruzione da incendi. Le piastrelle in cercamica dipinte a mano sono diventate un tipico souvenir caratteristico della capitale portoghese! Anche qui però, fate ballare l’occhio e diffidate dalle imitazioni spacciate per autentiche!
Si temporeggia facendo due passi per poi prendere la metropolitana e tornare all’albergo per la prima notte di riposo. Svegli da 20 ore, con un volo terribile con la TAP e svariati chilometri di camminata alle spalle, i nostri eroi si avviano a nanna, pronti per affrontare la giornata successiva!

Giorno 2 – L’adattamento

Sveglia di buon ora come due uccelli mattutini che prendono il verme ci dirigiamo in sala da pranzo per una colazione indecente alle altrettanto indecenti ore 11 del mattino. Pochissimi prodotti dolciari. Tantissimi derivati animali e prodotti salati, cotti in padella e al forno: luce per i miei occhi. Divoro quanto più riesco a ingurgitare tra uova fritte, fagioli in salsa agrodolce, bacon, prosciutto, funghi trifolati e formaggio di origine ignota per poi avviarci verso il Museo delle arti decorative in piazza portas do sol, in prossimità del Miraduro adiacente in cui abbiamo approfittato per un caffè e una splendida panoramica delle abitazioni sottostanti che affacciano sull’oceano



Scendendo verso Avda Infante Dom Henrique entriamo a buttar l’occhio al museo do fado, per meglio cogliere l’essenza del canto della saudade. Al suo interno, i responsabili con un inglese maccheronico ci consegnano due telecomandi da tv a tubo catodico di inizio anni ’90 con cui ascoltare spiegazioni in merito al tipico strumento lisbonese e le più grandi voci che hanno composto con questa chitarra a 12 corde. Un po’ scarno e privo di materiale per considerarsi un vero e proprio museo, ma senz’altro da vedere per ascoltare melodie romantiche e tipiche della musica popolare portoghese.


Merita una visita il Se Patriarcal, cattedrale cristiana edificata sulle rovine di una moschea nel 1147. Arcate romane che si intrecciano all’architettura barocca delle sale del canto e le cappelle in stile gotico. Se avete la possibilità (in termini di tempo) di visitare il castello de sao Jorge non pensateci due volte e fatelo vostro.  E’ lì vicino. Avevamo in programma di visitarlo, ma per questioni di tempo non abbiamo avuto modo di poterne apprezzare le sue squisitezze artistiche.
Tre quarti d’ora per attendere un toast e un panino da mangiucchiare come spuntini e via diretti verso una tappa obbligatoria: La torre di Belèm.
La sfortuna dell’essere arrivati in ritardo sull’ingresso al suo interno fino in cima alla torre è stata egregiamente rimpiazzata dalla fortuna di essercela potuta gustare al tramonto, per un momento suggestivo e decisamente romantico.
Sul serio.. il tramonto sull’oceano, per due milanesi, non è roba di tutti i giorni!!!



Si passeggia lungo la pedonale che affianca l’oceano per un’oretta di chiacchere e intimità, per poi prendere un taxi da 395.000 km di vita con la speranza di arrivare sani e salvi quanto meno a Se patriarcal. Scampati alla morte, ci gustiamo dell’ottimo porto reserva al PortoWine di Rua Bacalhoeiros al civico 143. Sì, andateci. È poco sotto a Se Patriarcal. Ambiente riservato ed accogliente, cortesia nel servizio e il porto è semplicemente superlativo. Il ruby reserva di 10 anni costa 9,90 euro al calice. Da consumare con delle olive portoghesi marinate alle spezie (1,50 euro) e magari del pane con intingolo di olio extravergine d’oliva (1,50 euro).



Il posto diventa non solo l’aperitivo di una splendida giornata, ma anche la meta della sera di capodanno prima di andare a stappare a.. ve lo racconterò a breve!
Poco più avanti sempre sulla stessa via abbiamo trovato una tavernetta a conduzione familiare veramente eccelsa: non solo ci hanno omaggiato di un antipasto di crudo nostrano e formaggio di capra tipico accompagnato da un cestello di pane misto, ma abbiamo mangiato dell’ottimo pesce alla brace! Il baccalà è qualcosa di afrodisiaco. Mezzo litro di bianco sfuso, dolce e caffè.. per soli 37,50 Euro in 2! Consigliatissimo. Il nome del locale purtroppo non lo ricordo avendo perso lo scontrino, ma lo riconoscete per essere l’unico che affaccia su un’area verde ed essere affiancato da un negozio di souvenir. Di fronte c’è la stazione metropolitana di Terreiro do Paço.



Ci avviamo in albergo pieni come dei barili per smaltire la splendida giornata con una bella dormita.

Giorno 3 – l’alba di un tramonto

È un modo per definire quest’ulitmo giorno dell’anno che confina con l’inizio di un nuovo e (si spera) prosperoso anno.
Dopo due giornate come le precedenti scegliamo di prendercela con più calma e visitare angoli della città senza frenesia ne particolari punti di riferimento. Scegliamo così una metà non ancora presa: metropolitana – fermata Oriente – destinazione Oceanario, il più grande d’europa con le sue 450 specie. Ingresso scontato del 15% con la LisboaCard. Da vedere assolutamente!

L’area di Beirolas è evidentemente recente, presenta una struttura avveniristica e interamente ciclo/pedonale che affaccia sull’oceano, è servita da un college, parco Das Naçoes con la funicolare e centro commerciale Vasco de Gama. La funicolare non siamo riusciti a sfruttarla causa pioggia e vento. Una visitina al centro commerciale merita di esser fatta, ottimi prezzi specialmente per tabagisti, vastissima scelta sulle catene di ristorazione e per concludere non dimenticatevi una coppetta da Hageen Datz. Per dirlo io che non sono amante dei dolci…




Si torna al Porto Wine per un altro giro di nettare degli dei, immancabile presenza di italiani per il pre festeggiamento della notte di san silvestro che si fanno riconscere per dare inizio a trenini a raso delle costose bottiglie esposte su tutte e 4 le pareti della piccola taverna, buffonate che si concludono con l’immancabile bottiglia rotta senza colpevole su cui accreditare il danno, tutto per l’incommensurabile gioia del titolare che a tre quarti da mezzanotte raccoglie a colpi di mocio una pozzanghera di reserva da 60 cucuzze.

Ci si avvia in piazza del commercio per assistere allo spettacolo pirotecnico (semplicemente meraviglioso) e stappare una bottiglia sotto le note di musica festosa e desideri espressi, che siano di buon auspicio per l’anno a venire. Durante l’evento gira molta polizia, motivo per cui la gente festeggia senza essere molesta. Le rue di Baixa sono particolarmente festose e gradevoli da gustarsi in ottima compagnia! Se dovete rincasare, prenotate il taxi almeno 1 giorno prima. Nella notte di S.silvestro saranno l’unico mezzo di trasporto della città e credetemi, le code d’attesa sono talmente lunghe che abbiamo dovuto fare Baixa- Anjos a piedi!!!
Il giorno di rientro è stato lungo e “sofferto”.. difficile abbandonare una città così pittoresca e variegata, stracolma di posti da vedere e da vivere, è impossible annoiarsi.